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CENNI STORICI    (di Gaetano Bonaiuto )

Roma – Fidene – Reate – Cotilia – Antrodoco – Vicus Falacrinus – Cittareale – Vicus Badies – Tufo – Centesimum – Trisungo – Quintodecimo – Ascoli – Porto d’Ascoli : sono le principali stazioni dell’itinerario che l’Imperatore Antonino traccia per indicare il percorso dell’antica Via Salaria, la strada che serviva ai Romani per il trasporto del sale dall’Adriatico a Roma. E’ in questo itinerario che troviamo citato per la prima volta ‘Vicus Badies‘, il nome originario del borgo detto più tardi Marano ( terreno acquitrinoso ) e oggi chiamato Fonte del Campo ( Frazione del Comune di Accumoli ).

Il termine latino ‘Vicus Badies‘, secondo alcuni cultori di storia locale, starebbe a individuare il Villaggio badìo, bajo, terrigno, di terra bruna, fertile, in contrapposizione alle terre aride del Vicus Falacrinus distante 9 miglia da esso. Si tratta, tuttavia, di un’interpretazione etimologica induttiva, che patisce l’incertezza di riferimenti idiomatici molto indiretti e che lascia spazio quindi alle più diverse connessioni lessicali, come quella anche di un’origine araba del termine ‘badìo‘.

Sebbene non si abbia notizia di una presenza araba in zona in epoca romana o pre-romana, neppure di passaggio, intriga e non può tacersi la stretta comunanza tra il predetto ‘badìo’ e l’aggettivo arabo ‘badìa‘ ( la seconda a è gutturale ) che traduce i termini italiani ‘stupendo’, ‘meraviglioso’, ‘che incanta‘, ‘cui si bada’. Del resto è cosa nota che moltissime parole latine e italiane, per imperscrutabili percorsi linguistici, hanno chiara derivazione araba. L’etimo antico di Vico Badìo, allora, potrebbe fare poetico riferimento ( come spesso usa la fraseologia araba ) alla bellezza di questo borgo, adagiato su un’ansa del Tronto, quale si presentava alla vista dei viandanti che dopo tortuoso e aspro cammino si imbattevano in questa piccola fresca vallata, attorniata da silenti monti boschivi e dagli sfondi spettacolari del Monte Vettore da un lato e del Pizzo di Sevo dall’altro.

Quanto alle notazioni storiche su Vico Badìo, purtroppo esse non vanno al di là della suddetta citazione antonina e di un accenno fatto dall’autore latino Svetonio quando parla della famiglia romana Flavia. Narra Svetonio che l’Imperatore Flavio Vespasiano, noto a Roma per la sua avarizia ma anche per la realizzazione dell’Anfiteatro Flavio ( Colosseo ), del Tempio della Pace e di altri importanti monumenti, era natìo di Vicus Falacrinus (all’epoca sito a 2 km. da Cittareale ) e fu educato da ragazzo presso una sua zia di nome Tertulla che viveva nella contrada ‘ Cose ‘ ( oggi località S. Pancrazio ) di Vicus Badies. Il grande Imperatore Vespasiano, quindi, conobbe da giovane queste terre e, come noi, si inoltrò in questi boschi, fece bagni nel Tronto, calpestò gli stessi sassi e visse praticamente le stesse nostre emozioni davanti ai colori, ai profumi e ai panorami di questi luoghi.

Per il resto, nel corso dei secoli Vico Badìo ( poi Marano, poi Fonte del Campo ) non fa che seguire perloppiù da spettatore le vicende di Accumoli, dalla sua fondazione nel tardo 1211 sotto il dominio del Vescovo di Ascoli, al passaggio poco dopo sotto la reggenza spagnola e del Re di Napoli, cui rimase sempre fedele fino all’Unità d’Italia, e alle sue continue guerre – mai sconfitta – per respingere gli assalti degli irrequieti vicini di Amatrice, Norcia, Cascia, Arquata e perfino Ascoli, tutti sottomessi o alleati dello Stato Pontificio, in aiuto del quale si prodigarono anche le truppe francesi. Proprio queste, nell’assedio del 1527 ad Accumoli, insediarono il loro campo militare nella vallata sottostante, dove potevano usufruire della fonte sorgiva del borgo, che da allora venne chiamato appunto Fonte del Campo.

Un tempo il più fiorente Comune di questa zona al confine delle quattro regioni di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzi, Accumoli negli ultimi decenni palesa evidenti segni di decadenza, esito ovvio della costruzione a valle della nuova Salaria, moderna audemars piguet fake superstrada che però l’ha tagliata fuori dal traffico commerciale e vacanziero, e del maggiore attivismo culturale e turistico della vicina Amatrice. A tale declino del Centro Civico fa da contrasto il relativo sviluppo edificatorio e demografico della frazione-borgo di Fonte del Campo, grazie anche al rilancio di iniziative e manifestazioni legate alla tradizione operato dalle nuove generazioni. Lungimirante ed essenziale a questo scopo si è dimostrata la creazione della presente ‘Associazione Vico Badìo’, costituita nel lontano 1994 e tuttora più che mai attiva con quasi 100 soci, tra i quali non pochi generosi sostenitori.